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L’ipertricosi è una condizione medica caratterizzata da una crescita anomala e generalizzata o localizzata di peli corporei, indipendentemente dal sesso del soggetto. A differenza dell’irsutismo, che interessa esclusivamente le donne e riguarda una crescita di peli in aree androgeno-dipendenti, l’ipertricosi può colpire qualsiasi parte del corpo, anche quelle solitamente prive di peluria. Questo articolo analizza le diverse forme di ipertricosi, le possibili cause, le modalità di classificazione e le differenze con l’irsutismo, utilizzando terminologia clinica corretta e fonti riconosciute.
L’ipertricosi è la crescita eccessiva di peli in aree corporee non dipendenti dagli ormoni androgeni. Questa condizione può manifestarsi in forma generalizzata, coinvolgendo l’intera superficie corporea, oppure in forma localizzata, interessando solo specifiche aree cutanee. La distribuzione dei peli può riguardare sia aree normalmente pelose che zone generalmente glabre.
L’ipertricosi si distingue per l’assenza di relazione diretta con disfunzioni endocrine. Questa differenza è particolarmente rilevante nel distinguere l’ipertricosi dall’irsutismo, che è invece una condizione strettamente legata alla produzione eccessiva di ormoni maschili, come il testosterone.
Il quadro clinico dell’ipertricosi varia in base al tipo di peli coinvolti. I peli possono essere vellus (fini e poco pigmentati), terminali (spessi e pigmentati) o lanuginosi (morbidi e sottili, simili a quelli neonatali). La diagnosi viene effettuata tramite osservazione clinica e, in alcuni casi, mediante indagini genetiche o esami di laboratorio.
La classificazione dell’ipertricosi si basa su diversi criteri: la localizzazione (generalizzata o localizzata), il momento di insorgenza (congenita o acquisita) e il tipo di peli. Ognuno di questi aspetti aiuta a determinare l’origine e il possibile trattamento.
Nel prossimo paragrafo verranno analizzate in dettaglio le cause dell’ipertricosi congenita e acquisita, con esempi clinici e riferimenti a condizioni patologiche associate.
L’ipertricosi può essere causata da fattori genetici o da condizioni acquisite nel corso della vita. Le forme congenite di ipertricosi sono spesso associate a mutazioni genetiche che influenzano i meccanismi di regolazione della crescita pilifera. In alcuni casi, tali mutazioni sono ereditarie; in altri, sono il risultato di alterazioni spontanee durante lo sviluppo embrionale.
Le sindromi genetiche rare correlate all’ipertricosi congenita includono, ad esempio, la sindrome di Ambras e la sindrome di Cornelia de Lange. Queste condizioni presentano ipertricosi come segno clinico secondario a mutazioni di geni specifici, come MAPK o NIPBL.
L’ipertricosi acquisita può invece insorgere a seguito di numerosi fattori ambientali, farmacologici o patologici. Le cause più comuni comprendono:
Le cause ormonali, tipiche invece dell’irsutismo, non sono generalmente coinvolte nei meccanismi eziopatogenetici dell’ipertricosi.
Nel paragrafo seguente verranno descritte nel dettaglio le modalità di classificazione dell’ipertricosi e le tre principali tipologie di peli coinvolti: vellus, terminali e lanuginosi.
L’ipertricosi si classifica in base a tre criteri principali: la distribuzione, il momento di insorgenza e la tipologia dei peli. Questa categorizzazione consente di identificare più facilmente la natura del disturbo e le possibili terapie.
In base alla distribuzione, si distingue tra:
In base al momento di insorgenza, si distingue tra:
I peli coinvolti nell’ipertricosi possono essere classificati come:
L’ipertricosi lanuginosa acquisita è spesso segnale di patologie oncologiche avanzate e rientra tra le manifestazioni paraneoplastiche.
Nel paragrafo successivo saranno evidenziate le principali differenze tra ipertricosi e irsutismo, con riferimento ai meccanismi ormonali, alle aree coinvolte e alle implicazioni cliniche.
L’ipertricosi e l’irsutismo sono condizioni distinte sia per eziologia che per distribuzione dei peli. L’ipertricosi può colpire individui di entrambi i sessi e interessa aree corporee non androgeno-dipendenti. L’irsutismo riguarda esclusivamente le donne e si manifesta con la crescita di peli terminali in zone tipiche della peluria maschile.
Le aree androgeno-dipendenti includono mento, labbro superiore, linea alba, areola mammaria, dorso e spalle. La crescita pilifera in queste zone è stimolata da un eccesso di ormoni androgeni, come avviene in condizioni come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) o in presenza di tumori secernenti androgeni.
Nel caso dell’irsutismo, l’alterazione ormonale può essere evidenziata da test sierologici, che rilevano livelli anomali di testosterone, DHEAS e altri ormoni sessuali. In presenza di ipertricosi, invece, i valori ormonali risultano nella norma e la diagnosi è di tipo osservazionale e clinico.
Il trattamento dell’irsutismo include terapie antiandrogene, contraccettivi ormonali e modifiche dello stile di vita. Per l’ipertricosi, invece, la gestione si concentra sulla rimozione fisica o cosmetica dei peli, poiché spesso le cause non sono reversibili.
Nel prossimo e ultimo paragrafo verranno discusse le opzioni terapeutiche e le tecniche utilizzabili per il controllo dell’ipertricosi, con riferimento a trattamenti medici e dermatologici.
Il trattamento dell’ipertricosi dipende dalla causa sottostante, dalla tipologia di peli e dalla localizzazione della crescita anomala. In assenza di patologie reversibili, gli interventi sono prevalentemente di tipo cosmetico e dermatologico.
Nei casi di ipertricosi acquisita secondaria a farmaci, il primo approccio consiste nella sospensione del principio attivo, previa valutazione medica. In presenza di patologie sistemiche, è necessario trattare la condizione primaria, come nel caso dell’ipotiroidismo o della porfiria.
Tra i trattamenti fisici per la rimozione dei peli si possono includere:
La scelta del trattamento va effettuata in base al fototipo cutaneo, alla sensibilità della pelle e alla quantità di peli presenti. Nei casi più complessi, il dermatologo può consigliare un trattamento combinato tra laser e farmaci topici a base di eflornitina, che inibisce la crescita pilifera.
Attualmente non esiste una terapia farmacologica sistemica efficace per tutte le forme di ipertricosi. La gestione si concentra sulla riduzione dell’impatto estetico e sul monitoraggio delle eventuali cause sottostanti.
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